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mercoledì 13 agosto 2014

Le rovine Quilmes sono i resti del più grande insediamento precolombiano.

Migliaia di sentinelle dalle molteplici braccia sorvegliano le vie e i sentieri di una città in cui visse la tribù dei Quilmes. Siamo in provincia di Tucumán, nei Valles Calchaquìes. In questo luogo si stabilirono, nell’ 800 d.C.,  i Quilmes diventando così uno dei più importanti insediamenti preispanici degli indiani Calchaquies. Nel XVII secolo la popolazione raggiunse i 3000 abitanti nella zona urbana e 10000 nei dintorni.

In un postazione strategica sul Cerro Alto del Rey a 1850 m sorgeva la cittadella. Due fortezze su entrambe le creste montuose a nord e a sud che permettevano di controllare tutta la vallata. Più di 100 unità abitative. Costruzioni circolari adibite a depositi, ad uso macinature. Verso sud una zona dove sorgeva la diga in pietra usata per l’irrigazione dei settori coltivati sui terrazzi.

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Ben organizzati dal punto di vista sociale ed economico, i Quilmes riuscirono a resistere, grazie anche alla loro situazione strategica, alla dominazione spagnola. Tuttavia i conquistatori ebbero la meglio quando isolarono i Quilmes dalle loro coltivazioni e dalle loro fonti d’acqua.

Ridotte in catene le ultime 260 famiglie quilmes furono deportate in una lunga camminata disumana fino alle terre del sud della provincia di Buenos Aires che oggi portano il nome Quilmes. Le donne tuttavia si rifiutarono ad essere sottomesse dagli spagnoli e preferirono gettarsi nel vuoto con i loro figli.

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